La Sicurezza Nazionale chiede: "No alla demolizione a spese del clima".

I presidenti della Società svizzera del patrimonio hanno firmato una risoluzione a Bienne. Le demolizioni e le nuove costruzioni sono "il più grande peccato ambientale del settore edilizio", si legge.

Demolizione: bilancio climatico negativo? (Immagine: mdornseif; https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Abriss_Extra_Markt_in_Radevormwald_(3411298536).jpg)", https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/legalcode)

Nel loro testo, i rappresentanti della Sicurezza Nazionale si oppongono in particolare agli attuali sforzi per ottimizzare l'efficienza energetica degli edifici esistenti attraverso le costruzioni sostitutive.

"Ad esempio, nella nuova legge sulla CO2 è stata inserita una disposizione che di fatto premia la demolizione con un ulteriore utilizzo del terreno per nuovi edifici", critica Heimatschutz. Per l'Agenzia si tratta di uno scandalo, dal momento che i nuovi edifici sono responsabili di circa 75% di emissioni di CO2 durante la costruzione, mentre l'esercizio provoca solo 25% nel corso della vita di un edificio. Gli ordini di grandezza sono simili per il consumo energetico. Inoltre, vengono prodotte enormi quantità di rifiuti che non possono essere riciclati e finiscono in discarica.

Naturalmente, Heritage Protection non si limita a criticare gli alti tassi di demolizione del nostro tempo dal punto di vista della protezione del clima. Il documento denuncia: "Mai nella storia dell'Europa è stato distrutto così tanto tessuto edilizio e quindi anche patrimonio architettonico in così poco tempo". A ciò si aggiunge la perdita di villaggi, quartieri e aree urbane che creano identità e in cui vale la pena vivere. (aw)

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